22 Gennaio, 2025
Torre Annunziata, il candidato sindaco tradito dalla goliardia travisata dai social. Ormai siamo alla dittatura dialettica

“Con rispetto riconosco ogni forma di libertà sia ideologica che identitaria. Credo nella libera espressione del proprio essere e sentire che ogni individuo ha diritto di manifestare senza alcun timore”. E’ arrivata ieri sera e con un video diffuso attraverso i suoi canali social la replica di Carmine Alfano, chirurgo estetico nonchè candidato sindaco del centrodestra al ballottaggio a Torre Annunziata, città dove si vota domenica e lunedì prossimi per l’elezione del nuovo primo cittadino, a due anni dal commissariamento prefettizio a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.

Le sue frasi ironiche utilizzate a scopi politici

Alfano era finito nella bufera dopo gli audio, pubblicati dall’edizione online dell’Espresso, e nei quali pronunciava frasi offensive, sessiste e discriminatorie verso i gay, per i quali evoca i “forni crematori”. Ha precisato Alfano: “Condanno e respingo ogni forma di discriminazione per ragioni di orientamento sessuale. Non ho mai, e ripeto mai, espresso giudizi né valutato il modo di essere di una persona sulla base del suo orientamento sessuale. Le frasi riportate dall’Espresso le ho dette – prosegue Alfano, affiancato nel video da Simona Aiello, candidata al consiglio comunale con Fratelli d’Italia – in un contesto di estrema goliardia e hanno un significato sarcastico, paradossale e clamorosamente inverosimile, senza l’intenzione di offendere qualcuno”. Non manca anche l’attacco politico: “L’intento di chi le ha estrapolate e diffuse a soli cinque giorni dal voto – dice Alfano – ha un evidente e spregevole intento di mettere in ombra la mia persona come uomo, come professionista e come sindaco. Bisogna considerare – conclude – che le liste che compongono la mia coalizione sono state aperte a tutte le identità, libertà ed espressione”. Sapete qual è la sintesi di tutto quanto accaduto? Che in Italia esiste ormai una dittatura dialettica sul razzismo e sull’identità di genere. Ormai non si può più scherzare e appenda fai una battuta sui gay o sulla razza nera, vieni sbattuto sui social come un mostro da condannare. Non è più possibile campare in questo modo balordo e credo che tutti noi abbiamo nostalgia degli 70-80, quando film, canzoni e programmi tv erano infarciti di frasi che oggi verrebbero considerate sessiste e razziste. Invece no, era semplice ironia e nessuno si sentiva discriminato. Perchè il problema non è dire “frocio” oppure “negro”, ma il modo ed il contesto nel quale ci si esprime e l’aggettivo che si aggiunge al sostantivo potenzialmente discriminatorio.

Tags: , ,

Related Article

SEGUICI NEI SOCIAL

INSTAGRAM