“Con rispetto riconosco ogni forma di libertà sia ideologica che identitaria. Credo nella libera espressione del proprio essere e sentire che ogni individuo ha diritto di manifestare senza alcun timore”. E’ arrivata ieri sera e con un video diffuso attraverso i suoi canali social la replica di Carmine Alfano, chirurgo estetico nonchè candidato sindaco del centrodestra al ballottaggio a Torre Annunziata, città dove si vota domenica e lunedì prossimi per l’elezione del nuovo primo cittadino, a due anni dal commissariamento prefettizio a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.
Le sue frasi ironiche utilizzate a scopi politici
Alfano era finito nella bufera dopo gli audio, pubblicati dall’edizione online dell’Espresso, e nei quali pronunciava frasi offensive, sessiste e discriminatorie verso i gay, per i quali evoca i “forni crematori”. Ha precisato Alfano: “Condanno e respingo ogni forma di discriminazione per ragioni di orientamento sessuale. Non ho mai, e ripeto mai, espresso giudizi né valutato il modo di essere di una persona sulla base del suo orientamento sessuale. Le frasi riportate dall’Espresso le ho dette – prosegue Alfano, affiancato nel video da Simona Aiello, candidata al consiglio comunale con Fratelli d’Italia – in un contesto di estrema goliardia e hanno un significato sarcastico, paradossale e clamorosamente inverosimile, senza l’intenzione di offendere qualcuno”. Non manca anche l’attacco politico: “L’intento di chi le ha estrapolate e diffuse a soli cinque giorni dal voto – dice Alfano – ha un evidente e spregevole intento di mettere in ombra la mia persona come uomo, come professionista e come sindaco. Bisogna considerare – conclude – che le liste che compongono la mia coalizione sono state aperte a tutte le identità, libertà ed espressione”. Sapete qual è la sintesi di tutto quanto accaduto? Che in Italia esiste ormai una dittatura dialettica sul razzismo e sull’identità di genere. Ormai non si può più scherzare e appenda fai una battuta sui gay o sulla razza nera, vieni sbattuto sui social come un mostro da condannare. Non è più possibile campare in questo modo balordo e credo che tutti noi abbiamo nostalgia degli 70-80, quando film, canzoni e programmi tv erano infarciti di frasi che oggi verrebbero considerate sessiste e razziste. Invece no, era semplice ironia e nessuno si sentiva discriminato. Perchè il problema non è dire “frocio” oppure “negro”, ma il modo ed il contesto nel quale ci si esprime e l’aggettivo che si aggiunge al sostantivo potenzialmente discriminatorio.